"IO E I CCCP"
UNA STORIA FOTOGRAFICA E ORALE
DI UMBERTO NEGRI
Che facessero punk o musica melodica emiliana, che innalzassero i loro rossi vessilli filosovietici per ironia, gioco d’arte o sincero credo politico, i CCCP Fedeli alla linea sono stati il più popolare e chiacchierato gruppo musicale alternativo italiano. Coinvolsero tutti: dai punk anarchici più radicali agli scrittori come Pier Vittorio Tondelli; dai giornalisti blasonati che cadevano nei tranelli delle loro provocazioni, per finire ai dirigenti e militanti comunisti di ogni generazione.
Questo libro, con straordinarie fotografie escluse dalle mostre e dalle celebrazioni ufficiali, e le parole del bassista della formazione originale, ne racconta la storia fino alla svolta commerciale. Oltre ai componenti del gruppo, rivivono infatti qui quegli straordinari personaggi della provincia emiliana e tante altre figure della generazione musicale, e quei luoghi mitici, dal Tuwat di Carpi ai club punk di Berlino, che hanno reso speciale quell’esperienza. Una narrazione quindi collettiva e non celebrativa. Per questo realistica.
“Fin da ragazzino volevo suonare. Quando avevo quattordici anni mi disegnavo sopra un palcoscenico con la chitarrina, sognavo di fare il musicista, il cantautore. I CCCP sono stati l’occasione di realizzare questa cosa ad alto livello e senza compromessi. Per me, in qualche modo, i CCCP sono stati la grande occasione, non in senso professionale ma come avventura, per battere il banco con le proprie regole.”
Umberto Negri
Dalla prefazione di E. Gomma Guarneri
Questo libro è l’esito di un fortuito (re)incontro tra me e Umberto Negri, membro fondatore dei CCCP - Fedeli alla linea - dopo decenni che ci si era persi di vista, a seguito della sua uscita dalla band. Nella prima metà degli anni Ottanta ero molto attivo sul fronte della distribuzione di materiali underground e nell’organizzazione di concerti punk e simili, nella nascente scena dei centri sociali. Ricordo perfettamente quando – in una casa occupata in C.so Garibaldi a Milano - mi trovai in mano Ortodossia, il primo dischetto rosso dei CCCP: ebbi netta la sensazione che qualcosa era finito e che qualcos’altro stesse cominciando. Finiva il predominio metropolitano sulla cultura alternativa punk (in realtà già in trasformazione). Era l’inizio della riscossa della provincia, che portava nel gioco tutte le sue caratteristiche tipiche. In Italia se hai la provincia dalla tua, un po’ hai vinto. In metropoli si fanno gli esperimenti divertenti e radicali, ma in fin dei conti rivolti a un’élite. In provincia tutto è relazionalmente più difficile, c’è la famiglia con i suoi cento occhi ed emanazioni, hai un sacco di freni, ma se hai coraggio e a fare breccia lì vuol dire che i tuoi contenuti sono veramente condivisibili.
È stata la legge dell’underground che mi ha fatto incontrare Umberto dopo tanto tempo. Dopo un po’ di insistenza - è un tipo riservato - sono riuscito a fargli fare un podcast audio, in cui raccontava il suo punto di vista sulla band, una storia fino ad allora raccontata solo da Giovanni Ferretti e Massimo Zamboni in maniera autocentrata, spesso storicamente criticabile perché monca di quei dettagli collettivi che rendono credibile una narrazione. Umberto ha anche tirato fuori un patrimonio di fotografie straordinarie, per la maggior parte da lui scattate, mai viste da nessuno, mai esposte nemmeno nelle mostre ufficiali dedicate alla band: 400 scatti in bianco e nero sulla nascita e i primi anni di vita dei CCCP, sulla scena e le persone che vi gravitavano intorno, su Berlino, Amsterdam o la campagna intorno a Reggio Emilia nei primi anni Ottanta. Fotografie artistiche, ricercate per taglio e tonalità, testimonianza di un immaginario complesso, che dimostrano che dietro al progetto del gruppo c’erano tante energie al lavoro.
Grazie alla seconda legge dell’underground, che è quella di essere sempre con il senso del tempo sballato, giacché il capitalismo è sempre puntale, per due anni abbiamo usato, quando ci faceva piacere, le nostre risorse, uno scanner e un registratore per cercare di far uscire una storia da quelle fotografie. Da quel piacevole sforzo è nato questo libro – in questa nuova edizione pesantemente rieditato – che è una storia dei CCCP e al contempo una fetta di storia italiana degli anni Ottanta.
ShaKe Edizioni
Casa editrice fondata nel 1988, ha avuto storicamente un ruolo decisivo nel portare la cultura cyber in Italia, pubblicando la seminale rivista “Decoder” e organizzando le prime importanti reti telematiche ben prima dell’arrivo di Internet. Nel corso di quasi quarant’anni Shake ha pubblicato molti dei più importanti autori delle scene d’avanguardia italiane ed estere. Tra questi Hakim Bey, Amiri Baraka, Robert Anton Wilson, J.G. Ballard, W.S. Burroughs, il Prof. Bad Trip, Matteo Guarnaccia, Bifo, Francesca Alfano Miglietti (FAM), Ed Sanders, Malcolm X, Derek Jarman, Marguerite Duras, Leadbelly, Neal Stephenson, Bruce Sterling, H.G. Wells, Pat Cadigan, Jon Savage, Don Letts, Chris Salewicz, Lloyd Bradley, Stanislav Grof, Terence McKenna, Timothy Leary, Giorgio Samorini, Ted Gioia, Marcus Rediker, Bruno Cartosio, George Pelecanos, Gil Scott-Heron, Primo Moroni, Sergio Bologna e tanti altri.
Oltre 300 titoli per un catalogo tra i più rigorosi nell’editoria europea.
Tra i temi molto spazio è sempre stato dedicato alla musica, intesa come indicatore sociale di più ampi mutamenti sociali, alle sostanze psichedeliche, alla cultura afroamericana e a quella cyber, alle arti d’avanguardia e al mediattivismo.
ShaKe Edizioni
Casa editrice fondata nel 1988, ha avuto storicamente un ruolo decisivo nel portare la cultura cyber in Italia, pubblicando la seminale rivista “Decoder” e organizzando le prime importanti reti telematiche ben prima dell’arrivo di Internet. Nel corso di quasi quarant’anni Shake ha pubblicato molti dei più importanti autori delle scene d’avanguardia italiane ed estere. Tra questi Hakim Bey, Amiri Baraka, Robert Anton Wilson, J.G. Ballard, W.S. Burroughs, il Prof. Bad Trip, Matteo Guarnaccia, Bifo, Francesca Alfano Miglietti (FAM), Ed Sanders, Malcolm X, Derek Jarman, Marguerite Duras, Leadbelly, Neal Stephenson, Bruce Sterling, H.G. Wells, Pat Cadigan, Jon Savage, Don Letts, Chris Salewicz, Lloyd Bradley, Stanislav Grof, Terence McKenna, Timothy Leary, Giorgio Samorini, Ted Gioia, Marcus Rediker, Bruno Cartosio, George Pelecanos, Gil Scott-Heron, Primo Moroni, Sergio Bologna e tanti altri.
Oltre 300 titoli per un catalogo tra i più rigorosi nell’editoria europea.
Tra i temi molto spazio è sempre stato dedicato alla musica, intesa come indicatore sociale di più ampi mutamenti sociali, alle sostanze psichedeliche, alla cultura afroamericana e a quella cyber, alle arti d’avanguardia e al mediattivismo.
Prezzo al pubblico € 24,00
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