venerdì 28 maggio 2021

5 DOMANDE ALL'AUTORE GIORGIO MACELLARI

- Chi è Giorgio Macellari, come uomo e come autore?

Sono nato a Voghera (PV) nel 1956. Ho seguito studi umanistici. Sono iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti e alla Siae. Nel corso degli anni, ho maturato esperienze significative nel giornalismo - dirigendo alcuni periodici e collaborando con giornali, testate radiofoniche e televisive, fra cui Rai Sport - e nel campo dello spettacolo: musicista, cantante, presentatore, speaker e voce recitante. Ho ideato un laboratorio di lettura interpretativa.


Sono titolare dell’etichetta discografica Primula Records e della casa editrice Primula.
Ho inciso diversi CD fra cui: "Fricandò - L'amore ai tempi della letteratura" e "Da Macondo a Canterbury - Incontri con la magia della Letteratura, agli angoli della Storia".

- Mi elenchi i titoli dei libri che hai scritto?

Ho pubblicato i romanzi: "NEGLI OCCHI DEL BAMBINO" e "SULLA GIOSTRA DEL CUORE – STRORIE D’AMORE E DI AMICIZIA NEGLI ANNI DI PIOMBO"; le antologie "AMANTI" e "30 STORIE PER 30 CANZONI"; e il giallo "IN NOME DELL’ES - 1989, A VOGHERA SI UCCIDE".
Con Stefano Poggi ho scritto "FUGA DAL MANICOMIO DI VOGHERA".
Con la bolognese Marilena Molinari ho scritto "FUORI DAL CAMPO... C'È’ DEL MARCIO!".
Con Fabio Draghi ho curato i testi della pubblicazione "VOGHERA COM’ERA...VOGHERA COM'È’ – LA FOTOGRAFIA DI OGGI REINTERPRETA I LUOGHI DI UN TEMPO”.
Con Massimo Pilla e Arianna Conca ho scritto "CHI INVENTA LE FIABE? - LA FANTASIA DEI BAMBINI E’ INFINITA".
Sono anche autore del libro "LE BOCCE, UNO SPORT VERO".
Entro breve tempo uscirà un altro mio romanzo: "LE RUGHE DI UNA VITA – STORIA DI GISA, DONNA DEL ‘900".
Al giornalismo e all'editoria alterno varie attività artistiche.

- Se ti chiedessi una frase o un concetto che hai espresso in un tuo libro e che ti piace particolarmente, potresti indicarmelo?

“La stazione di Milano è sempre caotica e rumorosa, piena di gente che pare essere capitata lì per caso. La possente struttura a volta che ricopre i binari riceve e accoglie, proprio come il grembo di una madre, i desideri di chi arriva con addosso un vestito sgargiante fatto di illusioni; e mal volentieri saluta chi parte spogliato delle proprie speranze, ma comunque pronto a ricominciare la battaglia della vita, in qualche modo, altrove.
Già… un altrove è sempre possibile, penso.
Anche quando si ha la sensazione di trovarsi di fronte a un baratro profondo, possono sempre spuntare un paio di ali bianche e lunghe e resistenti, in grado di sollevarci verso l’alto, puntando all’infinito.
Ricordo gli incontri, qui a Milano, con Leda: un’oasi di mistero e di fantastica simbiosi. Un legame strano, il nostro, ma inscindibile.
Come appare diverso, adesso, questo viaggio di ritorno…
Il paesaggio, dai finestrini del treno, muta col variare delle mie sensazioni più profonde. Le case periferiche della metropoli paiono catapecchie arrotate su se stesse mentre mi lascio prendere da un sentimento vicino alla malinconia per un passato sgusciato fra le dita come un minuscolo granello di sabbia; un passato che ha la medesima consistenza del pulviscolo atmosferico: un complesso di minutissime particelle sospese nell’aria.
Il tempo scorre parallelo ai ricordi. La realtà è un filo spesso che si aggroviglia attorno al gomitolo dei giorni”.

- Quali sono i tuoi progetti futuri?

Il mio progetto futuro è cercare di capire che cosa farò da grande; ma non ci sono ancora riuscito e, forse, non ci riucirò mai...

- Ultima domanda marzulliana…tu credi in quello che fai o fai quello in cui credi?

La domanda è tautologica e così sarebbe pure la risposta. Perciò ti dico: - Credo, sì, in quello che faccio, ma mi pongo continue domande sul senso e sulla ragione di ciò che faccio. E, ogni tanto, per provare qualche brivido inatteso, mi capita di non fare sempre ciò in cui credo fermamente.
Mi dico spesso: - Il dubbio è ancòra e sempre l'àncora di salvezza della nostra vita...

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